Album dei ricordi

Dai piccoli e grandi traguardi individuali e collettivi alle scoperte epocali, la storia dell’INFN raccontata da chi in questi 70 anni ha lavorato per spingere sempre più in là le frontiere della conoscenza. Racconta il tuo ricordo.

1951
L’INFN Istituto Nazionale di Fisica Nucleare
Gilberto Bernardini e Edoardo Amaldi - ©CERN

Roma

Nasce l’INFN Istituto Nazionale di Fisica Nucleare per proseguire e sviluppare la tradizione scientifica italiana iniziata negli anni ’30 con le ricerche di Enrico Fermi e della sua scuola. Gilberto Bernardini ed Edoardo Amaldi, tra i padri fondatori dell’INFN, diventeranno i primi presidenti dell’istituto che coordinerà le attività di quattro centri di ricerca a Roma, Padova, Torino e Milano, le prime sezioni INFN.
Un ricordo molto personale

Torino
Nel 1951 ero al liceo insieme a una delle figlie del Presidente del CNR, Gustavo Colonnetti, e ricordo molto bene il giorno in cui lei mi disse che suo padre aveva istituito l’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare con un decreto presidenziale del CNR: quel giorno decidemmo che ci saremmo iscritti a Fisica; cosa che facemmo nel 1954 dopo la maturità. Colonnetti era molto amico di Gleb Wataghin che io conobbi appunto a casa Colonnetti. Ricordi molto belli.

Enrico Predazzi, sezione INFN di Torino

1954
I Laboratori Nazionali di Frascati dell’INFN


Frascati, Roma

Si decide di ospitare a Frascati, in provincia di Roma, la prima macchina acceleratrice italiana, un elettrosincrotrone. Nel 1955 iniziano i lavori per costruire i primi laboratori dell’INFN, i Laboratori Nazionali di Frascati. L’elettrosincrotrone, costruito sotto la guida di Giorgio Salvini, primo direttore dei Laboratori, sarà inaugurato nel febbraio del 1959.

1961
AdA, Anello di Accumulazione

 

Laboratori Nazionali di Frascati dell’INFN, Roma
I primi elettroni circolano in AdA, così si chiama il precursore di tutti i collisori di particelle, realizzato da un progetto del fisico austriaco in forza all’INFN dal 1952, Bruno Touschek. All’interno dell’anello gli elettroni e le loro antiparticelle, i positroni, circolavano in direzioni opposte con eguale velocità e scontrandosi si annichilavano, trasformando tutta la loro energia in nuove particelle.
Nelle parole del fisico Pierre Marin il racconto del grande impegno che ha portato alla nascita di questo esperimento.

I Laboratori Nazionali di Legnaro dell’INFN
I Laboratori Nazionali di Legnaro dell’INFN

Legnaro, Padova
Nascono i Laboratori Nazionali di Legnaro come Centro di Ricerche Nucleari della Regione Veneto per ospitare un potente acceleratore per lo studio dei nuclei atomici, il Van Der Graaff CN. I laboratori e il loro acceleratore diventano un punto di riferimento per tutti i fisici italiani, nel corso degli anni, e nel luglio 1968 sono quindi trasformati in laboratori nazionali dell’INFN.

1972
Un’assunzione diretta a ricercatore R5

Consiglio direttivo dell’INFN, Roma
Non ricordo esattamente la data (deve essere attorno ai primi mesi del 1972). Ero stato da poco nominato direttore della sezione INFN di Pisa e durante uno dei primi consigli direttivi INFN a cui ho partecipato accadde un episodio il cui significato è apparso in tutta la sua importanza circa 50 anni dopo.
A un certo momento l’allora presidente INFN, Giorgio Salvini, portò a conoscenza dei membri del Consiglio direttivo una sua proposta consistente nell’intenzione di assumere direttamente, sotto la sua personale responsabilità, come ricercatore INFN R5 (era il secondo livello della categoria) un giovane fisico laureato da poco a Roma, di cui aveva potuto constatare le eccezionali capacità. Questo provvedimento era da lui ritenuto condizione necessaria e sufficiente per evitare che questa persona si trasferisse all’estero. Credo che la prima reazione della maggior parte dei membri del Consiglio direttivo, certamente la mia, fu di sorpresa. Tuttavia la convinzione con cui Giorgio Salvini aveva espresso la proposta era tale che ottenne l’immediato appoggio di tutti i presenti.
La persona in questione era Giorgio Parisi.
Italo Mannelli, sezione INFN di Pisa

1976
I Laboratori Nazionali del Sud dell’INFN

 

 

Catania
Nascono i Laboratori Nazionali del Sud dell’INFN grazie a un accordo tra il Centro Siciliano di Fisica Nucleare e Struttura della Materia di Catania, l’Università di Catania e l’INFN. Ricordiamo questo giorno attraverso le parole del professor Giuseppe Pappalardo, già direttore dei laboratori.

1981
Gli ioni pesanti arrivano in Italia
Gli ioni pesanti arrivano in Italia

Laboratori Nazionali di Legnaro

Il 17 febbraio 1981 si ottenne l’accelerazione del primo fascio di ioni pesanti in Italia estratto dall’acceleratore TANDEM XTU-HV, di cui avevamo concluso l’installazione a seguito del progetto e delle operazioni avviate dieci anni prima, sotto la mia direzione. Dieci anni di “caccia alla Balena Bianca”, questo fu il nome con cui battezzammo l’acceleratore con la differenza che per noi ci fu un lieto fine, rappresentato da questa foto che vede parte del “Gruppo Tandem” di allora a cavalcioni sul dorso della Balena per festeggiare l’evento, a trent’anni dalla fondazione dell’INFN e a venti da quella dei Laboratori di Legnaro. Si realizzava il sogno dei padri fondatori Antonio Rostagni e Claudio Villi di lanciare Legnaro nel novero delle grandi iniziative europee di Fisica Nucleare e il mio di realizzare l’impresa di aprire con la fisica degli ioni pesanti la strada per concludere la rincorsa italiana alla parità con le più avanzate facilities mondiali.

Renato Angelo Ricci, Laboratori Nazionali di Legnaro dell’INFN

In foto: il gruppo Tandem LNL; dall’alto e da sinistra: R.A. Ricci, F. Cervellera, P. Spolaore, G. Battistello, C. Signorini, W. Sherr, L. Donà

1982
Inaugurazione dell’acceleratore TANDEM
Inaugurazione dell’acceleratore TANDEM - ©INFN

Laboratori Nazionali di Legnaro dell’INFN, Padova
Entra in funzione Moby Dick, l’acceleratore lineare TANDEM dei Laboratori Nazionali di Legnaro dell’INFN, tuttora operativo. Al suo interno fasci di ioni pesanti vengono accelerati per studiare le dinamiche di reazione in fisica nucleare e per portare avanti attività di fisica applicata e multidisciplinare.

1983
La scoperta dei bosoni W e Z 0
La scoperta dei bosoni W e Z° - ©CERN

CERN – Ginevra, Svizzera
Carlo Rubbia tiene un seminario in cui presenta sei eventi osservati dall’esperimento UA1 e compatibili con la presenza del bosone W, a cui seguirà un seminario dell’esperimento UA2 che confermerà questa scoperta. Pochi mesi dopo, il 1° giugno, gli stessi esperimenti annunceranno la prima osservazione diretta dell’altro bosone mediatore della forza debole, il bosone Z0. Per i loro fondamentali contributi a queste scoperte, il premio Nobel per la fisica del 1984 sarà assegnato a Carlo Rubbia e Simon Van Der Meer.

Racconta il tuo ricordo.