Consiglio direttivo dell’INFN, Roma
Non ricordo esattamente la data (deve essere attorno ai primi mesi del 1972). Ero stato da poco nominato direttore della sezione INFN di Pisa e durante uno dei primi consigli direttivi INFN a cui ho partecipato accadde un episodio il cui significato è apparso in tutta la sua importanza circa 50 anni dopo.
A un certo momento l’allora presidente INFN, Giorgio Salvini, portò a conoscenza dei membri del Consiglio direttivo una sua proposta consistente nell’intenzione di assumere direttamente, sotto la sua personale responsabilità, come ricercatore INFN R5 (era il secondo livello della categoria) un giovane fisico laureato da poco a Roma, di cui aveva potuto constatare le eccezionali capacità. Questo provvedimento era da lui ritenuto condizione necessaria e sufficiente per evitare che questa persona si trasferisse all’estero. Credo che la prima reazione della maggior parte dei membri del Consiglio direttivo, certamente la mia, fu di sorpresa. Tuttavia la convinzione con cui Giorgio Salvini aveva espresso la proposta era tale che ottenne l’immediato appoggio di tutti i presenti.
La persona in questione era Giorgio Parisi.
Italo Mannelli, sezione INFN di Pisa