INFN – Laboratori Nazionali di Frascati, sezioni di Pisa e Bari
All’inizio degli anni ’80, Enzo Iarocci e i suoi collaboratori avevano messo a punto, presso i Laboratori Nazionali di Frascati dell’INFN, la tecnologia per realizzare i tubi streamer, anche noti come “tubi di Iarocci”, tubi che potevano essere assemblati per coprire grandi superfici con costi contenuti a condizione che i flussi di radiazione ionizzante fossero bassi.
L’esperimento ALEPH, approvato per il Large Electron Positron collider (LEP) del CERN, scelse di utilizzarli per il proprio calorimetro adronico, un rivelatore affidato tutto agli italiani: LNF aveva il compito di realizzare i tubi per il barrel, Pisa e Bari quelli degli end-cap.
Sebbene semplici nel principio di funzionamento, i “tubi di Iarocci” richiedevano comunque una grande cura durante la loro costruzione. Erano previsti numerosi passi, ciascuno con la propria insidia, a cominciare dalla verniciatura (che veniva fatta a Frascati durante le famose “settimane nere” da cui si usciva impregnati dell’odore acre del solvente della grafite).
Per il calorimetro adronico dell’esperimento ALEPH si sfruttarono anche le capacità traccianti dei tubi di Iarocci, fornendo un ulteriore contributo alla qualità dell’apparato.
Giorgio Pietro Maggi, sezione INFN di Bari